Hjero

 

 10 ° parte

 

Il vecchio libro

 

 

Quando, il mattino seguente Hjero si svegliò, il ricordo della notte tornò prepotente, come il sole che gli stava sorgendo sul viso abbagliandolo. "Non può essere vero, è stato solo un sogno" , pensò .. " un sogno, strano .. però un bel sogno, un sogno strano davvero !" e il pensiero andò a Bacho, quell' essere che sembrava un grosso topo, ma certo non lo era, che come un uomo stava ritto sulle due gambe aiutandosi con un bastone, che si comportava come un vecchio saggio e parlava .. come suo nonno andò poi a Don Hjeronimus, il suo antenato a quanto raccontava Bacho e alla stanza segreta che aveva visitata e a Don Antonino; si guardò intorno quasi a cercare un indizio. Stropicciandosi gli occhi osservò con attenzione la libreria per notare un qualche segno dello spostamento della notte prima, ma tutto sembrava lì immobile, come sempre ... ma sì, la libreria non si era mai mossa , aveva certo sognato !; fu al momento di alzarsi che la mano da sotto il cuscino strinse il piccolo ovale in argento con l'immagine del suo antenato, il primo Hjeronimus Trigoma, quello che da giovane, a parte i baffi, sembrava proprio lui; con il cuore che batteva forte Hjero si rese conto allora che non si era trattato di un sogno .. i sogni non fanno materializzare i vecchi ritratti degli antenati !

Come aveva promesso, la notte seguente, mentre il silenzio avvolgeva la casa e tutti i suoi abitanti già dormivano, Bacho tornò e delicatamente svegliò Hjero che nel frattempo si era già addormentato.

" Hjero .. Hjero .. avanti che fai dormi ? " nel mentre gli toccava il braccio con la punta del suo piccolo bastone

con la voce impastata dal sonno il ragazzo rispose " si " e poi " Bacho, sei tu .. ! "

" e chi doveva essere a quest'ora di notte, un fantasma ? "

" perché tu non sei un fantasma ? "

" se non ti muovi te lo faccio vedere io, il fantasma, avà, alzati ! " questa volta il tocco del bastone fu più deciso e fece definitivamente svegliare Hjero.

" va bene, va bene ! Me ne ero dimenticato che sei ... un prepotente., lo sai ? "

" ma quale prepotente .. io non sono per niente prepotente .. è che .. è che avimmu ri fari ! .. abbiamo da fare !.... u capisci ? "

Hjero, vestendosi sotto gli occhi attenti del suo interlocutore, silenzioso ed assorto, capì solo che Bacho era preoccupato di portare a termine il suo compito .. e data l'età probabilmente aveva molta fretta di fare .. di fare, di fare .. già, fare ! solo che lui non sapeva cosa ..

Questa volta tutto fu più facile e presto e senza intoppi raggiunsero la stanza segreta, la stanza di Don Antonino il rifugio di Don Hjeronimus.

Appena Bacho ebbe acceso le candele e la stanza nuovamente si illuminò, riprendendo vita, Hjero non potè fare a meno di notare che tutto gli sembrava così familiare come se quella stanza fosse da sempre stata parte di sé; confidò questa sua sensazione a Bacho, che annuì in silenzio : tutto si stava componendo in un disegno antico di cui però lui non riusciva a vedere i contorni; un disegno che gli arrivava dal passato dopo aver attraversato i secoli.

Al lume di una candela Bacho si avvicinò alla libreria percorrendola lentamente con lo sguardo, fermandosi ogni tanto a leggere qualche titolo alla ricerca di .. chissà cosa; " ecco ho trovato ! " alla fine esclamò ed estrasse un vecchio libro polveroso che non senza fatica poggiò sul tavolo di legno scuro.

Hjero ebbe modo di leggere, impresso in oro sulla copertina di pelle marrone, il nome della sua famiglia : " TRIGOMA" ; sopra le lettere, c'era lo scudo dello stemma, con i monti e la fascia orizzontale e l'uccello d'argento e la stella.

Bacho con attenzione aprì il vecchio libro

" avvicinati , e prenditi uno sgabello ! " gli suggerì

Mentre Bacho sfogliava piano le pagine, Hjero notò che erano di vecchia carta spessa e gialla, dai bordi sbocconcellati e tutte assolutamente pulite .. non c'era scritto nulla; la delusione gli si leggeva stampata sul viso quando disse a Bacho " ma non c'è scritto nulla !"

Bacho fece finta di non sentire, anche se a Hjero non sfuggì che aveva alzato gli occhi al cielo con aria di compatimento, e continuò a girare con attenzione le pagine con le sue piccole nodose mani .. fino a quando una di queste non rivelò una scrittura ampia e tremolante impressa con un inchiostro ormai sbiadito dal tempo e qualche ghirigoro intorno.

" questo l'ha scritto Don Hjeronimus ! È la sua scrittura .. e l'ha scritto per te ! "

Hjero sgranò gli occhi, diventati improvvisamente luminosi ed anche un poco lucidi e guardò con attenzione cercando di decifrare l'ampia calligrafia

" riesci a leggere quello che c'è scritto ? "

" veramente, no !"

" l'abitudine ... è questione di farci l'abitudine .. " rispose laconico Bacho

lentamente, aiutato da Bacho che lo seguiva bisbigliando in sottofondo, sillabando prima piano, poi via via più facilmente Hjero cominciò a leggere quanto il primo Hjeronimus Trigoma gli aveva scritto

 

 

 

fr sx.gif (566 byte) home.gif (1031 byte)  fr dx.gif (432 byte)